COVID-19 e ristorazione scolastica precauzioni ed opportunita' a tutela della salute, dell'economia e dell'ambiente - SITI - Societa' Italiana di Igiene

Il presente documento vuole fornire indicazione utili alle Istituzioni Nazionali, Regionali e Locali coinvolte a vario titolo nella riapertura dei servizi di ristorazione scolastica, contestualmente alla ripresa del prossimo anno scolastico a seguito della pandemia di Covid19 (1).
In Europa e in Italia la Ristorazione Collettiva contribuisce per circa la metà della produzione dei pasti consumati fuori casa. In Italia vengono prodotti dalla Ristorazione Collettiva ogni giorno 5 milioni di pasti che rappresentano circa il 50% dell’intera produzione del comparto agroalimentare (2,3). Di questi, due milioni sono destinati alla ristorazione scolastica.
La Ristorazione Collettiva, in relazione ai volumi e alla collocazione, ha un ruolo strategico riconosciuto da ONU, OMS, FAO, Unione Europea e, a livello nazionale, dai Ministeri della Salute, dell’Istruzione, dell’Agricoltura e dell’Ambiente. Essa inoltre si colloca in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030, definiti dalle Nazioni Unite nella risoluzione 70/1 – 2015, e in particolare con l’Obiettivo 2 (porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l'agricoltura sostenibile).
In questo periodo di emergenza sanitaria, la ristorazione collettiva di servizio, in particolare quella scolastica, è potenzialmente una delle risposte più efficaci al bisogno di garantire pasti sani, sicuri e bilanciati e alla necessità di sostenere le filiere agroalimentari.
Si richiamano gli atti prodotti da OMS (4) FAO (5) e quelli pubblicati dalla Commissione Europea (6,7) in merito a COVID-19 e rischio per l’approvvigionamento alimentare, che segnalano con forza le azioni da mettere in atto “.. i paesi dovrebbero soddisfare le esigenze delle persone più vulnerabili, poiché le misure per contenere la pandemia paralizzano l'economia… …. i paesi devono mantenere il flusso di approvvigionamento alimentare privilegiando la salute dei lavoratori del settore e i loro redditi. .”